Biografia di:

GIANNI MORAMARCO

Artista

Gianni Moramarco nato a Torino, è un creativo a tutto tondo, la cui biografia artistica si sviluppa nell’arco tre lustri con un percorso eclettico e costante, ricco di successi creativi che vanno dall’architettura d’interni al fashion design ed alle arti visive. In anni recenti Moramarco ha sviluppato con successo il versante espositivo con presenza in numerose gallerie europee e manifestazioni artistiche d’alto livello. Di recente è da registrare la sua presenza alla 7a Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara 2014. Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.

Divide la sua attività tra architettura e produzione artistica.

L’ispirazione di Gianni Moramarco sembra avere una vena “pop” che si tiene ben lontana da aridità concettuali. Talvolta surreale, talvolta molto concreto, i suoi quadri sono popolati da riferimenti chiari alla sua città d’origine i cui luoghi simbolici giocano con torri infuocate e forme addolcite ma deformate di valchirie spiate feticisticamente. Moramarco si muove all’interno di un meccanismo pittorico fatto di ironia, candore, artigianalità annullando le regole e i limiti della cornice dell’opera, invadendo i confini del quadro, come spinto da un impulso irrefrenabile a fugare la realtà reinterpretandola con il canone del suo linguaggio artistico. Le sue creazioni sono espressione dell’esuberanza dell’artista che agisce proiettando le proprie idiosincrasie sulla città, scomponendola nei suoi componenti basici per farla riemergere filtrata e adulterata da imprevedibili geometrie.
Il “nuovo mondo” di Moramarco, si impone attraverso il colore che tiene separati ma al tempo stesso uniforma i pezzi del suo puzzle; Siamo trasportati in un arcipelago di isole inconciliabili con cui viene descritta una realtà frammentata, incerta, in crisi, i tagli sono come le crepe che dividono le zolle di un terreno arido cui solo l’intervento straniante del colore può ridare vita. In tempi più recenti i soggetti delle opere di Gianni Moramarco si spostano su temi onirico kabbalistici, giocando con i numeri e le pieghe delle sue scomposizioni pittoriche.
Questa nuova serie di quadri segna un ulteriore passo verso una rappresentazione astratta e simbolica delle cose in cui le nuove geografie astrali segnano traiettorie immaginarie ed eteree che interferiscono con il reticolo casuale dei tagli come fossero appoggiate su un foglio stropicciato.
Assistiamo ad una inversione di ruoli tra i tagli e il soggetto che se prima potevano apparire come uno stratagemma per operare una fuga dal concreto presente ora lo ipostatizzano attraverso la materialità dell’opera è l’impronta artigianale dell’artista.

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